E’ stato il più grande predatore di tutti i tempi: il megalodonte (Carcharodon Megalodon o anche Carcharocles Megalodon) fu l’antenato degli squali moderni, vissuto tra 23 e 2,6 milioni di anni fa.
Gli scienziati lo ritengono estinto, ma c’è chi non esclude possa essere sopravvissuto fino ai giorni nostri, come un Celacanto qualsiasi.
Fisicamente simile allo squalo bianco, il megalodonte poteva misurare fino a 18 metri, contro i 4-6 metri del predatore attuale che essendo presente negli oceani da 16 milioni di anni deve aver convissuto per alcuni milioni di anni col suo parente maggiore.
LO SQUALO CI METTE PAURA
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Se avete paura di uno squalo bianco, che gode di una pessima fama sin dal 1975, quando nei cinema uscì il film di Steven Spielberg “Lo Squalo”, ma che comunque ha ucciso 65 uomini in tutto il mondo tra il 1876 e il 2008 (4 dei quali in Italia), di un megalodonte avreste avuto paura assai di più.
Con un peso che poteva raggiungere le 38 tonnellate l’antico squalo preistorico doveva mangiare fino a 4-5 tonnellate di carne al giorno per sopravvivere e con un’apertura della mascella di oltre 2 metri si ritiene fosse in grado di mangiare persino le balene.
MEGALODONTE PIACE IN TV E AL CINEMA
Trovarsene di fronte uno non sarebbe davvero una bella esperienza, ma nonostante la suggestione di film come “Shark – il primo squalo” o di “mockumentary” televisivi come “Megalodonte: la leggenda degli oceani” di Discovery Channel, la grande maggioranza dei ricercatori ritiene che questo gigantesco predatore si sia estinto da milioni di anni.
Tuttavia il ritrovamento di due denti di megalodonte nel Sud Pacifico da parte della Hms Challanger datati tra 24 e 11 mila anni fa (anche se le tecniche utilizzate per la stima sono controverse), quindi in tempi geologicamente recenti, lascia una sia pur minima possibilità che qualche megalodonte sia sopravvissuto al Pleistocene, “nascosto” nelle profondità degli oceani.
IL MEGALODONTE VIVE ANCORA?
L’ipotesi, affascinante e terribile, contrasta però con quanto sappiamo del megalodonte, ossia che rispetto allo squalo bianco viveva più vicino alla costa, essendo un predatore specializzato nelle acque basse e relativamente calde.
Anche alcune testimonianze di possibili megalodonti osservati da lontano, tra cui quella del celebre scrittore statunitense Zane Grey, vengono tuttora ritenute non attendibili, potendo essere frutto di avvistamenti di squali balena, squali elefante o grandi squali bianchi. Le stesse “prove” mostrate da Discovery Channel si sono rivelate false.
DISCOVERY CHANNEL HA FALSIFICATO LE PROVE
Nel 1954 non c’era alcuna imbarcazione australiana chiamata “Rachel Cohen” che potesse essere stata attaccata da uno squalo gigantesco: la vera “Rachel Cohen” fu infatti distrutta da un incendio nel 1934.
Mentre il fotogramma di un U-boot tedesco in navigazione al largo di Città del Capo, nel 1942, in cui si nota una gigantesca pinna di squalo, è stata semplicemente “ritoccata”: nel filmato originale la pinna non compare.
Insomma, il rischio di un incontro ravvicinato col megalodonte è davvero molto ma molto remoto, come pure poco frequente è, fortunatamente, la possibilità che uno squalo bianco vi inviti a pranzo, in veste di pranzo.
In ogni caso state attenti prima di immergervi al mare: contrariamente a quanto si creda, lo squalo bianco non ama le acque calde (che sono invece predilette dallo squalo balena e potrebbero esserlo da eventuali megalodonti superstiti), preferendo quelle temperate o fresche. Siete avvisati!