Un elemento fortemente caratterizzante il tessuto urbano del Salento è rappresentato dalla tipologia abitativa della casa a corte. Il paesaggio urbano è segnato da questa formula abitativa, così come quello agrario è caratterizzato dalle masserie fortificate e dalle costruzioni a secco e, come queste, riflette un continuo processo di adattamento storico e culturale della popolazione al suo ambiente.
La casa a corte è la tipica abitazione popolare, nei suoi schemi strutturali riporta le esigenze e il percorso evolutivo di una comunità rurale; questa nasce e si evolve autonomamente in un tempo in cui l’agricoltura rappresentava l’unica fonte di sostentamento e ricchezza. E’ questo il motivo per il quale la tipologia abitativa della casa a corte salentina, pur avendo analogie con altre antiche forme abitative del mediterraneo come i tucul etiopici, gli stessi trulli di Alberobello o le case messapiche, è fondamentalmente diversa dalle tipiche corti rurali ed urbane del paesaggio agrario italiano.
La casa a corte del Salento, nella sua forma più semplice ed antica, può definirsi come lo spazio unifamiliare, di forma regolare, caratterizzato sul lato più corto da un portale d’ingresso, da un cortile interno, da una costruzione ad ambiente unico e da un retrostante giardinetto, ortale, per i bisogni e le delizie della famiglia.
Il cortile è l’elemento principale della casa a corte, concepito come spazio plurifunzionale esterno all’abitazione, come luogo di lavoro, deposito e magazzino, ricovero per gli animali da lavoro, spazio di socializzazione, d’intrattenimento e di gioco.
Il ripetersi ordinato della stessa tipologia abitativa, la presenza di appezzamenti regolari di forma rettangolare farebbe pensare, in alcune situazioni, a veri e propri piani di lottizzazione conseguenti a preordinati processi di colonizzazione fondiaria, o comunque a forme evolute di civiltà che ordinariamente disegnavano il proprio modello di sviluppo territoriale.
La presenza del giardinetto retrostante l’abitazione, nella tipologia più antica della casa a corte, suggerisce l’idea che tali costruzioni fossero originariamente allocate in spazi aperti, in nuovi nuclei e non già in centri urbani dove lo spazio tende a ridursi o a sparire.
E’ evidente che in questa tipologia è la famiglia ad essere il nucleo primario, perno della vita sociale ed economica;
più famiglie contigue legate da rapporti familiari di buon vicinato, da parentela o da interessi comuni evolvono in rapporti insediativi più complessi come la casa a corte plurifamiliare.
Normalmente questa nasce dalla divisione del nucleo familiare originario, giacché il primo figlio maschio sposato trovava sistemazione in una nuova cellula abitativa, ricavata affianco a quella paterna, all’interno della corte o successivamente a spese del giardinetto retrostante.
La casa a corte si evolve così come evolvono i rapporti sociali, dalla minima unità produttiva e amministrativa si trasformano lentamente in centri abitati di maggiori dimensioni, emergono nuove classi sociali e il tessuto urbano si arricchisce di nuove tipologie edilizie come palazzi, chiese e monasteri ma anche frantoi ipogei, botteghe e piccoli opifici.
Quando migliorano le condizioni economiche nella casa a corte compaiono nuovi elementi architettonici come il vano carraio coperto (suppuertu) che precede il cortile scoperto e lo collega con la strada.
Anche la tecnica costruttiva si evolve, passando dal tetto a tegole sostenuto da incannucciate posate su un reticolo di travi di legno, a volte in pietra del tipo a stella (alla leccese).
L’abitazione viene arricchita da altri piccoli vani, cucina o vano ingresso oppure sopraelevata e collegata alla corte interna da scale esterne.
I portali che affacciano sulle strade principali s’impreziosiscono di motivi decorativi in linea con le tendenze artistiche del tempo e vengono spesso sormontati da un balcone di esclusivo uso ludico, rispondente a precisi canoni estetici, il mignano.
La casa a corte per le sue caratteristiche, diffusione e peculiarità rappresenta un’emergenza non solo dal punto di vista storico e culturale, un patrimonio architettonico da recuperare e valorizzare ma anche un modello abitativo e sociale ancora valido basato sullo spazio comune, sulla socialità, sullo scambio e sulla condivisione.
Tratto dalla collana “Puglia Rurale” – Regione Puglia
Salve. Vorrei chiedere al Sig. Antonio Costantini (conoscitore del territorio salentino) se può segnalarmi delle meridiane da visitare o se esistono nel Salento dei luoghi con disposizione di pietre con la funzione di misurazione del tempo. Mi interessa molto l’argomento.
Cordialmente, Bartolomeo Martinelli