Secondo un’antica leggenda risalente al periodo romano, sotto la superficie dell’isola di Ischia, nel Golfo di Napoli, si troverebbe ancor oggi il gigante Tifeo, o Tifone.
Tifeo secondo la mitologia greca era il figlio minore di Gea e Tartaro. Secondo altre versioni, Tifeo sarebbe in realtà stato confinato nell’Etna: che si tratti di Ischia o dell’Etna, la leggenda del gigante è stata usata nell’antichità per spiegare la causa di alcuni fenomeni naturali, come eruzioni vulcaniche, terremoti o fumarole.
TIFEO, IL GIGANTE ABBATTUTO DA ZEUS
Secondo la leggenda Tifeo si ribellò a Zeus e per questo, dopo una dura lotta col re degli dei, fu scaraventato in mare dall’Olimpo. Zeus a quel punto scagliò un monte contro Tifeo che, caduto vicino alla spiaggia di Miseno, formò con esso sulla pancia una nuova isola, Ischia, venendo poi condannato a sorreggerla per l’eternità, sulle proprie spalle. Nella versione alternativa Tifeo tentò di scagliare la Sicilia contro Zeus, ma questi respinse il colpo e il povero Tifeo rimase schiacciato sotto il peso dell’isola.
MUTILATO E SCHIACCIATO DA UN’ISOLA
Quello che non varia tra le due versioni è la triste fine di Tifeo: “domato, spezzato dai colpi, piombò giú mutilato” scrisse Esiodo. Questa orrenda fine segnò l’inizio di una serie di fenomeni naturali: secondo gli antichi, infatti, le contorsioni del gigante provocavano i terremoti, mentre dalle sue lacrime e dal suo caldo respiro avrebbero avuto origine le acque termali e le fumarole tipiche di Ischia.
TIFEO A ISCHIA DÀ IL NOME A VARIE LOCALITÀ
Il mito di Tifeo ad Ischia spiega anche l’origine dei nomi di alcune frazioni dell’isola, quali Panza, Ciglio, Bocca, Testaccio e Piedimonte, che si troverebbero in prossimità delle corrispondenti parti del corpo del gigante, mentre nei pressi di Punta Imperatore è presente uno scoglio dalla forma a dir poco particolare noto come “il piede di Tifeo”.