Su tutte le strade d’Abruzzo, viaggiando nell’entroterra troverete ruderi di antiche strutture difensive o strutture perfettamente funzionanti, a volte semplici torri e in alcuni casi vere e proprie fortezze.
Perfettamente calati nel paesaggio, i castelli abruzzesi sono quasi sempre a dominio di vallate e comunque in posizioni strategiche.
In questa sezione ve ne proponiamo alcuni tra i più affascinanti
Elenco dei Castelli d’Abruzzo più importanti:
Indice dei Contenuti
- Castello di Roccascalegna
- Castello di Salle
- Castello di Ocre
- Castello di Gagliano Aterno
- Castello di Rocca Calascio
- Fortezza di Civitella del Tronto
- Castello Piccolomini di Celano
- Castello di Crecchio
- Castello di Pizzoli
Castello di Roccascalegna (CH)
Roccascalegna è un piccolo centro sulle colline sul fiume Sangro, divenuto famoso in tutto il mondo per il suo suggestivo castello su uno sperone di roccia. Come per la maggior parte dei castelli abruzzesi quella che sembra una posizione incredibile è il risultato di una scelta strategica in chiave difensiva e in questo caso coincide con il punto più alto della collina e per questo anche il più sicuro.
Probabilmente l’origine del castello di Roccascalegna risale ai longobardi che occuparono la zona nel V-VI secolo. Successivamente passò agli Svevi, agli Angioini e gli Aragonesi e man mano la struttura assunse un aspetto più complesso, con l’arricchimento delle torri e di spesse mura. L’impianto tuttora dominante risale al periodo Angioino-Aragonese (XV sec.). Fu feudo degli Annechino (circa 1450-1530), dei Carafa (1531-1600), dei De Corvis (1600-1717), dei Nanni e infine dei Nanni-Croce che hanno mantenuto il castello di Roccascalegna fino al 1980, quando lo hanno donato al Comune. Dal XVIII secolo ha conosciuto uno stato di abbandono colmato solo dal restauro del 1996 che ha avuto anche il merito di consentire la creazione di spazi espositivi e culturali che oggi ospitano eventi importanti. Arrivando da sud, l’aspetto minaccioso della costruzione richiama alla mente i castelli delle fiabe tanto spesso immaginati dai bambini, ma giunti sul lato nord viene meno l’inquietudine e si comprende appieno l’equilibrio tra l’architettura e il contesto.
Castello di Salle (PE)
Il Castello di Salle fu costruito prima dell’anno Mille come feudo dell’Abbazia di San Clemente a Casauria. Sul portale dell’Abbazia è inciso il Sallis Castrum tra i 72 castelli della cinta difensiva.
Il Castello di Salle, in posizione strategica, a controllo della valle dell’Orta, venne quindi costruito per scopi difensivi come anche gli altri costruiti nelle zone interne dell’Abruzzo.
Tra il X e l’XI secolo, dopo il passaggio al Regno di Sicilia, Salle fu affidato a feudatari laici e vi si alternarono i Colonna, i Gonzaga, i Carafa, i D’Aquino e de Genua (1646).
Questi ultimi, originari di Vasto, scelsero il castello come propria dimora e lo trasformarono in palazzo signorile.
Non fu un periodo facile quello che si aprì con i De Genua, la peste, il brigantaggio, il terremoto dell’inizio del 1700 ne segnarono il declino. Il castello di Salle fu ristrutturato e ricostruito. Il terremoto del 1915 ne segnò la distruzione e causò lo spopolamento del borgo, di cui oggi sono visibili i ruderi
Il primo restauro risale al 1970. Nel 1979 venne aperto il Museo Medievale Borbonico, in cui sono esposti cannoni del 1700, armi ed armature, strumenti di tortura, dipinti del 1800, carte geografiche dell’antico Abruzzo.
La fortezza è realizzata completamente in pietra della Majella
Presenta una pianta quadrangolare ma irregolare, a forma di L, ed il lato più lungo è occupato dalla Chiesa del Beato Roberto da Salle. Nella facciata principale si aprono tre ingressi con feritoie da cui escono i fusti di cannone. L’intero castello è coperto da un terrazzo con parapetto in muratura merlato e una vista mozzafiato sulla valle, dal quale si ergono tre torri con merlature rettangolari.
All’interno vi stupiranno il salone neogotico e l’elegante camera da letto, stile impero, in cui dice che abbia dormito Napoleone Bonaparte. All’esterno c’è un gradevole giardino all’italiana e una fontana del 1500 da cui sgorga ancora acqua potabile.
Castello di Ocre (AQ)
Del castello di Ocre rimangono solo i ruderi, ulteriormente danneggiati dal terremoto del 2009. Il panorama è magnifico, a più di 900 metri slm, sopra l’abitato di Fossa.
La costruzione, la cui origine è incerta, è sicuramente esistente nel 1178, quando se ne trova traccia in una bolla di Alessandro III. Ocre ha avuto un ruolo molto importante nella costruzione e nella difesa della città di L’Aquila.
Il castello di Ocre fu distrutto una prima volta nel 1280, ricostruito fu nuovamente espugnato nel 1424 da Braccio Fortebraccio da Montone ma perse definitivamente il ruolo strategico già all’inizio del XVI secolo
La pianta della cinta muraria è triangolare e interrotta da sette torri quadrate.
All’interno della cinta fortificata sono ben riconoscibili le antiche abitazioni, anche se in totale rovina. Il nucleo urbano comprendeva anche una chiesa, di cui sono leggibili le navate e l’abside.
Castello di Gagliano Aterno (AQ)
Il castello di Gagliano Aterno, inserito in un vasto territorio ricco di edifici fortificati, non lontano dal bellissimo borgo di Castelvecchio Subequo, fu voluto da Isabella d’Aquila, contessa di Celano e costruito nel 1328, come risulta da una lapide collocata al piano superiore e l’opera fu continuata da Pietro II, che fece erigere la grande cinta fortificata dell’attuale Castello
Nei secoli si sono alternati i Piccolomini,i Peretti, i Colonna e, dopo l’abolizione dei feudi dei Barberini e dei Lazzaroni
Il castello di Gagliano Aterno, a pianta pentagonale, è uno dei castelli meglio conservati d’Abruzzo, dall’aspetto molto signorile, con il bel loggiato con due file di finestre che guardano sul paese. E’ circondato da un da un fossato che si oltrepassa con un ponte levatoio. I tre corpi principali, disposti attorno al cortile con pozzo centrale, sono stati costruiti in tempi diversi.
La cinta muraria è doppia ed è interrotta da torrioni merlati.
Sul cortile si apre una scenografica scalinata che porta al piano superiore.
Il castello, di proprietà privata, è usato come residenza.
Castello di Rocca Calascio (AQ)
Il castello di Rocca Calascio, a 1460 m. d’altitudine è tra le fortificazioni più alte d’Italia. Domina la valle del Tirino e della piana di Navelli, nel territorio della Baronia di Carapelle.
La struttura, a pianta quadrata è in pietra bianchissima. Fu costruita inizialmente come torre isolata nel 1200, ma alla fine del 1440, sotto il dominio dei Piccolomini, sono state aggiunte la corte e le torri angolari
Il castello di Rocca Calascio efficacissimo punto di osservazione militare, permetteva di comunicare con gli altri castelli, fino alla costa adriatica, mediante l’ausilio di torce durante la notte e di specchi nelle ore diurne. Ai piedi della rocca sono presenti anche i ruderi dell’antico borgo, al quale essa è collegata con un ponte di legno
Da qui si può godere di una spettacolare panorama su Campo Imperatore e il Gran Sasso, il silenzio delle valli circostanti l’imponenza e l’altitudine fanno di questo luogo una delle mete più emozionanti d’Abruzzo.
Curiosità:
Ricca di suggestioni, Rocca Calascio è stata scelta per ospitare, grandi set cinematografici, tra cui i films “Lady Hawke” , “Il viaggio della Sposa”, “Padre Pio”, “Il nome della rosa”, “L’orizzonte degli eventi”
Fortezza di Civitella del Tronto (TE)
La Fortezza di Civitella del Tronto è la seconda in Europa per grandezza con i suoi 500 metri di lunghezza i 25.000 mq di superficie. La località fu scelta dagli Angioini e dai papalini nel XIII sec. come linea di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, ma la fortezza di Civitella del Tronto così com’è strutturata oggi fu realizzata solo nel 1559, sotto il regno di Filippo di Spagna.
Fu l’ultima fortezza borbonica a cadere, il 20 marzo 1861, tre giorni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia alle truppe piemontesi dopo un assedio durato ben 146 giorni. Distrutta e saccheggiata è stata restaurata solo cento anni più tardi. Oggi è visitabile in tutta l’imponenza delle piazze, dei bastioni e dei camminamenti.
L’area difensiva, sul versante est della Fortezza, più esposto agli attacchi per la maggiore accessibilità della collina, conta due bastioni difensivi e tre camminamenti coperti (imbuti dove gli assalitori dovevano necessariamente passare se avessero voluto conquistare il Forte).
Nella passeggiata per le piazze del Cavaliere, d’Armi e la Grande Piazza vi sembrerà di riuscire ad ascoltare il rumore dei cavalli sulla pietra e le grida degli uomini in battaglia.
L’area abitativa è ad ovest, con le stalle, la mensa e le cucine. La passerella su questo versante è il punto più suggestivo di tutta la Fortezza di Civitella del Tronto.
Da non perdere il Museo delle Armi e delle Mappe Antiche ospitato nei locali che costituivano gli alloggiamenti della guarnigione militare. Custodisce cannoncini, fucili, pistole a pietra focaia, divise, mappe e documenti sulla storia della Fortezza.
Castello Piccolomini di Celano (AQ)
Posto a dominio della valle del Fucino, il castello di Celano è uno dei più importanti esempi in Italia di dimora signorile rinascimentale nata da una fortificazione medievale.
Le origini del castello risalgono a quando Federico II di Svevia in lotta con il conte di Celano e Molise, nel 1223, diede ordine alle sue truppe di rafforzare le fortificazioni sul Colle San Flaviano, ma la costruzione vera e propria risale al 1392 ad opera del conte Pietro Berardi che proseguì la prima opera di realizzazione della torre e delle mura avviata dal padre e dal nonno e costruì il primo piano con le torri agli angoli e il cortile interno. L’opera fu continuata da Lionello Acclozamora che nel 1451 diede vita al piano nobile con il cammino di ronda e portò le 4 torri fino all’altezza che hanno ancora oggi.
Antonio Piccolomini ricevette il feudo da Ferdinando D’Aragona nel 1463 e completò la trasformazione del castello da costruzione militare a dimora signorile, con l’aggiunta di particolari architettonici rinascimentali, sotto l’influenza dell’ambiente artistico nazionale.
Dal 1591 il feudo passò ai Peretti, ai Savelli, agli Sforza Cesarini e agli Sforza Cabrera Bodavilla e dopo l’abolizione dei feudi, avvenuta nel 1806, a diverse famiglie nobiliari, fra le quali i marchesi Dragonetti di L’Aquila, senza innovazioni sostanziali. Al piano terra alcuni ambienti vennero utilizzati per creare una prigione.
L’Ottocento fu il secolo delle grandi trasformazioni sociali con la caduta del feudalesimo e la nascita della borghesia e della Carboneria. A Celano operarono ben due «vendite» carbonare, ciascuna composta da 250 iscritti. Nel 1893 il castello divenne monumento sottoposto alla tutela delle Belle Arti del Regno d’Italia.
Il devastante terremoto che colpì la Marsica nel 1915 danneggiò gravemente anche il castello di Celano che rimase in stato di abbandono fino al 1940. I lavori furono poi interrotti dalla seconda guerra mondiale e dalle vicende drammatiche che ne seguirono. Il 30 aprile del 1950 Celano fu teatro di un violento scontro fra braccianti e forze di polizia, passato alla storia con il nome di «eccidio di Celano», uno dei momenti più significativi della lunga lotta dei braccianti per la cacciata dei Torlonia dal Fucino e per l’attuazione della riforma agraria.
I lavori vengono ripresi nel 1955 e ultimati nel 1960.
A pianta regolare e rettangolare, il castello si sviluppa su tre piani, con le torri d’un piano più alte rispetto al piano nobile, attorno al cortile con portico ad arcate sui due piani e con pozzo nel mezzo. Due sono gli ingressi, di cui uno da ponte levatoio e l’altro sormontato da un arco ogivale .
L’irregolare cinta muraria è spezzata da 16 torrette.
Gli interni si presentano scarni, poiché gli affreschi delle volte sono andati perduti con i terremoti.
Il Castello di Celano oggi è sede del Museo d’Arte Sacra della Marsica e della Collezione Torlonia di Antichità del Fucino che espone le opere rinvenute nell’area del Fucino durante il prosciugamento del lago nella seconda metà del 1800.
In seguito alla chiusura per il terremoto del 6 aprile del 2009, il castello ha riaperto le sue porte al pubblico nel dicembre dello stesso anno.
Castello di Crecchio (CH)
Sulla costruzione del Castello di Crecchio non si hanno notizie certe sulla costruzione del castello. L’area è stata abitata fin dagli italici e il nome deriva dal termine OKRIKAM come testimoniato da una lapide del VI sec a. C ma la fortificazione appare nelle fonti scritte solo a partire dal XII secolo
La parte più antica risale proprio a quel periodo ed è la torre di nord-est, attorno alla quale il resto del castello, a pianta quadrata e con 4 torri angolari, si è sviluppato a partire dal 1400.
La prima torre, l’unica attualmente visitabile, è divisa in tre grandi ambienti disposti in tre piani sovrapposti. Era accessibile solo dal primo piano attraverso un portellone levatoio che veniva ritirato all’interno. Al piano superiore si accedeva e si accede per una stretta scala a chiocciola in pietra che costringeva i nemici all’attacco a salire con le armi nella mano sinistra. Il piano inferiore era adibito a deposito per i viveri e vi si accedeva attraverso una botola. Una cinta muraria di quindici metri proteggeva il Castello di Crecchio dagli attacchi esterni, ma oggi non rimane che la parte inferiore.
Il feudo faceva parte del Regno delle Due Sicilie e fu terra di conquista di Svevi e Angioini. Gli Orsini, nel 1406, devolsero Crecchio al comune di Lanciano che a causa dei debiti lo vendette nel 1627 a Giovanni Bonanni de L’Aquila. La signoria passò successivamente ai Brancaccio, ai D’Ambrosio, ai Marzano e il castello subì profonde modifiche. Verso la fine del XVIII i De Riseis ne trasformarono la struttura da difensiva a residenziale, ampliarono il porticato a piano terra per costruire l’ala occidentale e coprirono il camminamento merlato del secondo piano. Fu allora che venne piantato l’ulivo sulla sommità della torre, come simbolo di pace verso la cittadinanza, ed essa prese il nome di Torre dell’ulivo
Nel 1943, in fuga da Roma vi sostarono re Vittorio Emanuele III, la regina e il principe Umberto, Badoglio e tutto lo Stato Maggiore.
Venne poco dopo gravemente danneggiato dai bombardamenti.
E’ stato restaurato negli anni settanta sotto la direzione della Sovraintendenza ai beni culturali de L’Aquila. Oggi ospita il Museo Archeologico dell’Abruzzo Bizantino e Altomedioevale.
Castello di Pizzoli (AQ)
Il Castello di PIzzoli o Castello Dragonetti De Torres è una costruzione progettata dall’architetto e scultore Pietro Larbrito nella prima metà del ‘600, a pianta quadrata e con torrette angolari. Dell’edificio preesistente rimane solo una torre pentagonale del XII secolo.
La struttura del Castello di Pizzoli discosta molto dagli edifici fortificati dell’aquilano proprio per la sostanziale rivisitazione apportata dai De Torres che gli ha conferito un aspetto signorile. Conserva l’aspetto di un castello solo grazie alle torrette di avvistamento.