Dal punto di vista medico, è preferibile evitare una nuova gravidanza subito dopo la nascita del piccolo, in quanto l’organismo della donna non si è ancora del tutto ripreso.
Prima di riprendere l’attività sessuale, è consigliato aspettare almeno 20 giorni: subito dopo il parto i rapporti sono spesso dolorosi per la donna. Influiscono anche i fattori psicologici; è normale, quindi, sentire che il corpo risponde più lentamente di prima alle sollecitazioni sessuali o avere voglia solo di tenerezza e di complicità. Anche la paura di una nuova gravidanza può frenare il desiderio.
Il preservativo
È il contraccettivo più indicato nei primi tempi dopo il parto. Non presenta nessuna controindicazione e non richiede controlli da parte del ginecologo. È consigliato soprattutto per questioni igieniche, specialmente in presenza di lacerazioni subite durante il parto o punti di sutura.
Il preservativo ha una probabilità di sicurezza pari al 91-93 per cento, a patto di utilizzarlo correttamente: va cioè applicato quando il pene è eretto. Va indossato prima della penetrazione per evitare che qualche goccia di sperma possa raggiungere la vagina.
Il diaframma
È una cupola di gomma sottile, montata su un anello di metallo flessibile, che va inserita nella vagina, per isolare il collo dell’utero e impedire il passaggio degli spermatozoi; è affidabile fino al 92-94 per cento.
Ne esistono in commercio di diverse misure tipi: il ginecologo consiglierà quelle più adatte.
Va inserito prima del rapporto sessuale tra il fondo della vagina e l’osso sotto il pube: è una manovra facile, ma se non se ne è mai fatto uso in precedenza, è bene farsi guidare dal ginecologo per imparare ad applicarlo correttamente. Richiede un controllo medico annuale, per verificare che le modificazioni della vagina non ne abbiano ridotto l’aderenza.
Non dà nessun fastidio, ma non va inserito per più di 24 ore, in modo da non ostacolare il flusso delle normali secrezioni bianche della vagina, ma non va mai tolto prima che siano passate otto ore dal rapporto sessuale. Deve essere sostituito con una certa frequenza.
La spirale
È un piccolo dispositivo in plastica e metallo che viene inserito nell’utero dal ginecologo. In pratica, la sua presenza impedisce l’annidamento dell’ovulo fecondato sulla mucosa uterina.
Ne esistono vari tipi, con dimensioni che variano dai 20 ai 35 millimetri e terminano con uno o due fili di nylon. Prima di prescrivere la spirale il ginecologo visita la donna ed esegue un pap test, è sicura nel 97-98 per cento dei casi.
Richiede comunque un controllo medico all’anno.
Viene inserita dal ginecologo gli ultimi giorni del ciclo mestruale e può rimanere nell’utero due anni e pure più, a seconda del tipo, poi deve essere tolta e sostituita.